domenica 16 novembre 2008

Racconti del mistero

                                              I PIEDI


Gino sospirò pensando che anche quella sarebbe stata una nottataccia. Il caldo di città di un opprimente luglio non accennava a placarsi nelle ore notturne, quando l' asfalto della strada e la mancanza di ventilazione rendevano l'aria, ferma , immota ed irrespirabile. Erano già due notti che non chiudeva occhio e grondava di sudore sotto il lenzuolo di cui non riusciva a fare a meno. Gino si girava e rigirava nel letto, sempre più nervoso e stanco, con gli occhi che bruciavano e la testa pesante. Ma il sonno non veniva e, cercando una parte del letto che non fosse riscaldata dallo stesso calore del suo corpo, cominciò a spostare le gambe di traverso. Una piacevole, seppur minima, sensazione di fresco lo indusse ad avanzare ancora i piedi che procedevano ormai verso la metà della piazza vuota del suo letto matrimoniale. Fu a questo punto che i piedi di Gino si fermarono perché un ostacolo improvviso, un qualcosa di caldo come i suoi piedi, sbarrò la strada, il letto, al loro cammino. Immediatamente li ritrasse abbandonando quel contatto di un momento.

"Ma cosa è, cosa c'è..?" farfugliò mentalmente e rimase immobile a chiedersi che cosa poteva aver toccato. L' idea di essere stato vittima di un' allucinazione tattile provocata dal caldo e dalla stanchezza lo convinsero a muovere di nuovo i piedi ed a riprendere il cammino sotto il lenzuolo. Ed ancora quel contatto. L' oggetto non si spostò minimamente, ma stavolta Gino non ritrasse i piedi ed anzi cominciò con loro a toccare e tastare quel qualcosa che non avrebbe mai dovuto trovarsi sotto il lenzuolo. Il letto sussultò per lo scatto con cui Gino, come morso da un serpente, tirò indietro i piedi.


"Dei piedi!" esclamò in silenzio. "E di chi, ...chi sta nel mio letto,...quando c'è entrato?" Erano domande senza risposta e Gino fece tutta una serie di controlli per essere sicuro di essere sveglio, e sveglio gli sembrò di essere. Il primo impulso fu quello di accendere la luce e di farla finita con quella storia, ma non ne ebbe la forza. Era paralizzato dalla paura e riuscì solo a girare la testa sul cuscino in maniera da guardare bene verso la piazza del letto che doveva essere occupata dallo sconosciuto proprietario di quei piedi, ma nel buio totale della stanza non fu in grado di distinguere nulla. Allora trattenne il fiato per tentare di percepire un respiro, ma udì solo i battiti accelerati del suo cuore. La paura gli fece dimenticare anche il caldo.


Raccogliendo il coraggio di cui era capace lasciò scivolare il braccio sotto il lenzuolo in direzione del corpo misterioso a cui appartenevano quei piedi intrusi. La mano superò di qualche centimetro il centro del letto, ma che cosa, chi avrebbe toccato e forse svegliato, lo fece arrestare. Avrebbe usato una maggior cautela e così sfilò il braccio da sotto il lenzuolo ed avanzò la mano alzata palpando l' aria, convinto di fermarla sulla sagoma della persona accanto. Ma la mano discese in basso finché non incontrò di nuovo il lenzuolo. Dimenticò la prudenza e freneticamente tastò il letto da ogni parte, ma in breve fu certo che non ci fosse nessuno, o meglio nessuno a cui appartenessero quei piedi certi ed addormentati accanto ai suoi. Si sentì privo di ogni energia dopo che ebbe ritratto il braccio dall' inutile ricerca.


                                                                    (continua)


Tra qualche giorno pubblicherò il finale. Chi vuole può inviare un proprio finale. Il migliore  riceverà un premio dalla giuria dei God. Per le donne, dai 18 anni agli 80, è prevista una notte in loculo con Sten. Per gli uomini, un cofanetto di vermi Doc, sempre di Sten.   


13 commenti:

  1. Premesso che non sono stato consultato, una domanda: e se vince una novantenne?

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  2. A tua discrezione, ma credo che opterai per il sì se è in buon stato di putrefazione.

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  3. Più che Poe, Jacovitti. Così potrebbe essere un piede pirupon (che s'attruga spesso nei bistronghi talatanati), un piede defunto (che lascia soli al mondo la scarpa e il calzino), o piedi con le ali, piedi-salame... Piedi soli insomma, come se ne incontrano spesso, un po' ovunque: niente paura...



    Bianca

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  4. Basta che siano micotici, altrimenti è come mangiare senza sale.

    Bianca, perché non provi a inviarci un finale landolfiano, pieno di "s'attruga" e "bistronghi talatanati"?

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  5. Minchia, Jacovitti è un mio mito!

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  6. @ Gaffeur. Tra Jacovitti + surplus di d eufoniche + curiosi puntini di sospensione anticipati o seguiti da virgole, le sue calzature sono inconfondibili. Comunque, voilà.



    ... Si sentì privo di ogni energia dopo che ebbe ritratto il braccio dall' inutile ricerca. Stava per addormentarsi quando udì un forte battito d'ali dietro l'orecchio destro, e improvviso un peso sulla fronte:

    "Oh cavolo, chi mi ha messo i piedi in testa??!". Corse davanti allo specchio ed effettivamente un bel paio di piedi alati troneggia sopra la capa calva. Si ricordò della capra campa, e restò così, a rimirarsi... Era più affascinato che spaventato da quella visione: piedi nudi, bei piedoni. "Maschili o femminili?", si domandò, mentre per qualche istante continuava a sorridere inebetito dalla loro bellezza... Finalmente, in un attimo, realizzò che - ali o non ali, maschili o femminili che fossero -, quelli erano soprattutto PIEDI IN TESTA, e una reminiscenza della sua buona educazione lo indusse a distogliere lo sguardo dallo specchio per cercare un...



    @ Sten. Continua tu, se vuoi, landolfianamente. (Non borbottare. Ho capito che sei tu il premio. Però è un'occasione per vincerti, dai).



    Bianca

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  7. La soluzione "capra campa" era un po' scontata. E' più promettente quella della "capra crepa". Per aggiudicarsi Sten la partita è ancora aperta.

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  8. Più che le eufoniche e i punti di sospensione, il marchio di riconoscimento del gaffeur è l'assoluta incoerenza, lo sprezzo delle leggi fisiche più elementari: così, prendendo un esempio fra tanti, quando scrive che per le donne "è prevista una notte in loculo con Sten". Visto il numero di metri cubi a disposizione, tenendo conto che i cadaveri tendono a gonfiarsi di gas e fermo restando che la morte non è una comica dei fratelli Marx, la coabitazione è esclusa. Presento quindi la formulazione borretta: "Per le donne, dai 18 anni agli 80, è prevista una notte nel loculo di Sten". Tarantinianamente vostro.

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  9. Aggiungo una frase al proseguo del racconto:

    “ ... una reminiscenza della sua buona educazione lo indusse a distogliere lo sguardo dallo specchio per cercare un... pezzo di legno! – direte voi cari ragazzi – No (quello è Collodi, questo è un racconto del mistero): Gino guardò verso la libreria alla ricerca di un manuale su come togliersi quei piedi dalla testa". (Continua)



    Bia

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  10. mmm, mi sa che non si supera la prova dell'etilometro

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  11. Ma nel cofanetto dei vermi ci stanno pure i bonus? Se no non gioco, e i vermi me li scarico da eMule (rotten per rotten... sessantaquattren).

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  12. "Ed è solo mezzodì", lo dica pure, dato che lo sta pensando.

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  13. Ma quando finisce questa puzza di piedi?

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