sabato 27 dicembre 2008

Flash

Causa crisi i Re Magi hanno portato al Bambinello latta, aglio e rosmarino. Il Vaticano ha fatto subito pressione su Tremonti per ripristinare oro, incenso e mirra. Veltroni non si oppone.

12 commenti:

  1. E' scritto :" Veltroni non si oppone". Ma non sarebbe più realistico scrivere : " Veltroni condivide"?. La differenza è sostanziale. Il "non si oppone" indica un' accettazione passiva del pensiero della corrente cattolica. Il "condivide" mostra una condivisione, un' accettazione attiva. La tematica del "non si oppone" e del "condivide" può essere interessante, ma forse la verità è un' altra: siamo arrivati ad un tale punto di aberrazione, di anestesia del pensiero e della coscienza, che anche la distinzione tra il "non si oppone" (valutazione politica) ed il "condivide" (valutazione soggettiva) non è neanche avvertita come "categoria", ma il tutto si confonde nel magma indistinto del nulla.

    RispondiElimina
  2. gauffeur... ma questa è filosofia pura!

    ma non dirlo a Kant!

    RispondiElimina
  3. Sten..al cinema vacci tu...!



    da La Stampa.it



    Un giovane di Filadelfia ha ferito

    un uomo in un cinema perchè era

    stanco di sentirlo parlare in sala

    NEW YORK

    James Joseph Cialella, 29 anni di Filadelfia, non ne poteva più di sentire parlare durante il film, il giorno di Natale. Ha prima provato a imporre silenzio alzaldo la voce lui stesso e tirando pop corn a un uomo seduto accanto al figlio.



    Poi ha perso la calma, ha estratto una calibro 38 e ha sparato all’uomo un colpo, ferendolo al braccio e scatenando un putiferio in sala. Quando tutti gli altri spettatori avevano lasciato la sala nel panico, Cialella si è riseduto al suo posto continuando a guardare il film, «Il curioso caso di Benjamin Button», con Brad Pitt e Cate Blanchett.



    La polizia lo ha arrestato poco dopo l’incidente, ancora all’interno del cinema, e l’uomo dovrà rispondere di tentato omicidio, aggressione aggravata e porto illegale di armi da fuoco.

    RispondiElimina
  4. Cialella santo subito

    RispondiElimina
  5. È una necrosi progressiva e irreversibile dello spettatore cinematografico. Prima venne la chiacchiera, poi il mais soffiato sgranocchiato a bocca aperta e con chiari intenti dimostrativi: il trionfo del pop-ego.

    Ma l'ultima tappa di questa antropologia à rebours si è manifestata qualche anno fa, almeno dalle mie parti: è lo spettatore didascalico. (1)

    Lo spettatore didascalico (1) vive in fase terminale il processo d'identificazione. Se ne potevano cogliere i primi sintomi quando lei sente strani rumori in cantina e, contro ogni possibile buon senso, decide di SCENDERE abajo, a vedere di cosa si tratta. "Nun c'anna'! Nun c'anna'!". Manco fossimo al cabaret (lo dico a chiunque presenti questo primo sintomo, affinché corra a farsi visitare da uno psichiatra prima che sia troppo tardi: oltre a essere completamente scema, la vittima designata NON TI SENTE, quindi è inutile che le dai consigli).

    Lo spettatore didascalico (1) estende questo comportamento a tutto lo spettro delle emozioni, e dato che lo spettatore didascalico (1) è didascalicamente emotivo, commenta il film dai titoli di coda a quelli di testa, a meno che San Cialella non provveda compassionevolmente a mozzargliela prima {la testa [dello spettatore didascalico (1), intendo]}. Il vocabolario è ridotto all'espressione-reazione dei sentimenti essenziali. Scena triste: "Uuuuuh... Che triste...". [Ma lo spettatore didascalico (1) non piange, enuncia la tristezza, sottotitola la commozione] Scena buffa: "Iiiiih... Che buffo...". [Idem con patate, senza dimenticare la nota (1)]. Scena de film "oro": "Aaaaah… Che paura...". [(1)].



    (1): Non vorrei essere accusato di misoginia dalle nostre lettrici (2), ma sono tenuto alla massima precisione clinica: il caso dello "spettatore didascalico" si riscontra esclusivamente tra esemplari femmine, quasi sempre di giovane età ma già detentrici di regolare e disperante diritto di voto.

    (2): A ben pensarci, l'accusa di misoginia mi va benissimo. Escludere a priori una categoria dall'odio universale sarebbe un grave atto di discriminazione.



    P.S.: Ne "L'avventura", film divertentissimo e a momenti addirittura ROTFL, contrariamente all'idea ricevuta, Antonioni aveva già descritto un simile caso, applicato al paesaggismo. Tutti sbarcano a Lisca Bianca; una di loro dice (cito a memoria, correndo il rischio dell'inesattezza): "Iiiiih... Che bellooo..."; e il marito, glaciale: "Non essere sempre così didascalica". A questo punto, immaginare oggi uno spettatore didascalico (1) che vedendo quella scena reagisca con un: "Iiiiih... che buffo..." apre vertiginose mises en abyme.

    P.P.S.S.: Bogenschué, ti avverto: non ho la benché minima intenzione di aprire il vocabolario per scoprire che cazzo significa "ecpirosi".

    RispondiElimina
  6. - Il commento 4 di Arkulari credo fosse riferito alla "confusione magmatica nullificante" delle categorie della politica (e della società) italiana contemporanea tirate in ballo dal gaffeur; ma in effetti, potrebbe iperbolicamente adattarsi anche al commento 3, l'ecpirosi essendo per gli Stoici la conflagrazione universale (l'incendio fine-di-mondo); dal fuoco siamo venuti, nel fuoco ritorneremo.



    Detto ciò, mi permetto di sottolineare l'indelicatezza brutale e ignorante degli uomini di legge: potevano almeno aspettare la fine del film prima di arrestare il Cialella.



    @Sten: Arkulari ti suggerisce di cambiare cinema (visto che non puoi cambiare gli spettatori). In quello dove va lui non parla mai nessuno.

    RispondiElimina
  7. In girum imus nocte, Arkulà?

    RispondiElimina
  8. Ma il Cialella, faceva mica il critico, prima?

    RispondiElimina
  9. Mi vanto di essere l'unico mangiarane a non aver visto quella sciocchezza. Sono soddisfazioni.

    BANZAÏ!

    RispondiElimina
  10. Minchia! tenete cialella lontano da mia madre: è logorroica e fa parte della categoria numero (1).

    RispondiElimina
  11. Di mamma ce n'è (1) solo.

    RispondiElimina