giovedì 11 settembre 2008

Un gran bel pezzo di fisica - V

Ancora dobbiamo capire se qui al Cern si creeranno bolle di vuoto, monopoli magnetici, strangelets o micro buchi neri: e se sì, quale di questi prodigi ce se magnerà a tutti.



Non riesco a trovare qualcuno che sappia o voglia o abbia il tempo per rispondermi. Proverò a cercare la risposta dentro di me, ma sarà certamente sbagliata.



Nel frattempo il mio angelo custode mi ha dato un documento interessante. Mi ha detto sta tutto qua, nun te preoccupà. Ma tutto cosa? A fisica, no? E de cche stamo a parlà. La fisica è tutto. W la fisica. Tira più un pelo di fisica... Aaahhh



Vabbè, io lo riporto: ma poi qualcuno del blog mi spieghi cosa c'entra la fisica.



En todas las ficciones, cada vez que un hombre se enfrenta con diversas alternativas, opta por una y elimina las otras; en la del casi inextricable Ts'ui Pên, opta —simultáneamente— por todas. Crea, así, diversos porvenires, diversos tiempos, que también, proliferan y se bifurcan. De ahí las contradicciones de la novela. Fang, digamos, tiene un secreto; un desconocido llama a su puerta; Fang resuelve matarlo. Naturalmente, hay varios desenlaces posibles: Fang puede matar al intruso, el intruso puede matar a Fang, ambos pueden salvarse, ambos pueden morir, etcétera. En la obra de Ts'ui Pên, todos los desenlaces ocurren; cada uno es el punto de partida de otras bifurcaciones.Alguna vez, los senderos de ese laberinto convergen; por ejemplo, usted llega a esta casa, pero en uno de los pasados posibles usted es mi enemigo, en otro mi amigo. [...]



A diferencia de Newton y de Schopenhauer, su antepasado no creía en un tiempo uniforme, absoluto. Creía en infinitas series de tiempos, en una red creciente y vertiginosa de tiempos divergentes, convergentes y paralelos. Esa trama de tiempos que se aproximan, se bifurcan, se cortan o que secularmente se ignoran, abarca todas la posibilidades. No existimos en la mayoría de esos tiempos; en algunos existe usted y no yo; en otros, yo, no usted; en otros, los dos. En éste, que un favorable azar me depara, usted ha llegado a mi casa; en otro, usted, al atravezar el jardín, me ha encontrado muerto; en otro, yo digo estas mismas palabras, pero soy un error, un fantasma.[...]



8 commenti:

  1. Cercheremo ora una terza tigre, ma come tutte le altre anche questa sarà una forma di ciò che sogno,

    una struttura fatta di parole e non la tigre in carne ed ossa che al di là di tutti i miti solca la terra.

    Conosco queste cose abbastanza bene, e tuttavia una forza continua a spingermi in questa vaga, irragionevole e antica ricerca,

    e continuo a inseguire ora dopo ora un’altra tigre, la bestia che non si trova nei versi.



    Sempre pist. borgh., da L'Altra Trì... L'Alta Tì... L'Altra Tigre, ecco.

    (mi scusi)











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  2. Questa Borges l'ha fregata all'omelia di padre Pizzarro (3° minuto).

    Ma tanto si sa che non c'è nulla di nuovo sotto il buco nero:



    Tutto è stato scritto, tutto è stato detto, tutto è stato fatto, si sentì dire Dio e non aveva ancora creato il mondo, non c’era ancora nulla. Anche questo me l’hanno già detto, replicò forse dal vecchio, abissale Nulla. E cominciò.

    Macedonio Fernandez, Museo del romanzo della Eterna (Primo Romanzo bello), Il Melangolo, Genova 1992, p. 31.

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  3. ve la spiega zio zz, no, kk: una teoria sempre piu' accreditata, nota come Oxford's version per non confonderla con la piu' famosa Barney's, sostiene che ogni volta che si effettua una misura (posizione di una particella, spin, energia, tutto quello che volete), l'universo si biforca in tanti universi quanti sono i risultati possibili della misura. E' chiaro che a questo punto della storia esistono infiniti universi, alcuni dei quali confrontabili, come quelli descritti da Borges, altri del tutto scorrelati (in molti, ad esempio, potrebbe non esistere la vita).



    Quando due universi si separano permane, per un tempo brevissimo, una sorta di ponte ("correlazioni quantistiche") che vengono distrutte dalle interazioni che i due universi esperiscono separatamente.



    Bibliografia: "Schroedinger's Rabbit", di Colin Bruce.



    kk

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  4. In un universo dove non esiste la vita ci sto da un pezzo. E mi sono pure stufato. Sai che ti dico? Attraverso il ponte.

    P.S.: No, ci ho ripensato: Hic manebimus pessime.



    Appena ebbe varcato il ponte, i fantasmi gli vennero incontro.

    Didascalia francese di Nosferatu il vampiro (F.W. Murnau, 1922).

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  5. Il nosferato di murnau, unico sei (o seicento, o seimila?) stelle del merenghetti, traduzione dell'Inculato (hegel) in lingua filmica (filmico: una delle parole piu' brutte della storia), coverato (anche questa niente male) dal Duca (dica duca dica duca) nel Nosferatu (Phantom der Nacht) reticentemente noto come il Nosferatu di Kinski, mentre non si dovrebbe dimenticare l'Intero (e nemmeno l'Adjani, che sviene svenevolmente candida).



    kk

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  6. kk, sei troppo GANZo. Ma piano con i giochi di parole in lingua straniera: io non parlo il tedesco, scusami pardòn. E comunque preferisco Massimo Pelle d'Oca, che se non vado errato si continua a non sapere chi fosse (e a dubitare della sua identità).

    Comunque il Murnau l'ho mostrato a mia figlia di sei anni. Così almeno impara subito il passato di papà. Ma resto anche affezionato, per motivi autobiografici più che estetici, al vecchio Bela che nel Tod Browning dice: "Morire, essere veramente morti: dev'essere splendido!".

    E le stellette non le dò mai: al massimo buchi neri.

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  7. E che dire del Landau (che peraltro e' premio nobel per la Fisica (Teorica)) di Ed Wood, che spiega "You must be hungarian?"



    Comunque io ho sempre voluto essere ungherese, e lo desidero ogni giorno di piu'.



    (In effetti anche qui si continua ad ignorare chi sia Max Peau d'Oie. Ein Hilfchen?)



    ((Felice che tu abbia ripreso con il tuo bar e complimenti per il tinello maron))



    kk

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  8. Landau è un uomo tutto d'un pezzo di fisica. Bastava vederlo fare l'aiutante di James Mason per capire che era un grandissimo.

    A te piacerebbe essere ungherese, io mi accontenterei di essere.

    Qualcuno ipotizzò che Monsieur Chair de Poule fosse lo stesso Murnau. Ma ho il vago ricordo, non verificabile, di aver letto da qualche parte che in realtà era un attore di teatro espressionista, e nel film di Murnau il nome è ovviamente falso.

    Il Mocambo è uno schifo: tutto da rifare.

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